Anagni, i comitati cittadini contro la fabbrica di esplosivi
Misteri e timori sulla nuova fabbrica di armi: “Serve trasparenza”
I comitati cittadini denunciano l’oscuramento di documenti chiave nel progetto KNDS e chiedono alla Regione Lazio di respingere ogni forma di secretazione
Anagni (FR), 15 aprile 2025 – La nuova fabbrica di armi progettata dal gruppo KNDS ad Anagni finisce al centro della polemica. Il motivo? L’oscuramento parziale di documentazione ritenuta essenziale nel procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), suscitando forti critiche da parte dei comitati locali e dell’opinione pubblica.
L’impianto, previsto nell’ambito del piano europeo ReArm Europe, dovrebbe produrre nitro gelatina per polveri di lancio destinate all’artiglieria. Ma mentre cresce l’interesse industriale e strategico – sostenuto anche da fondi dell’Unione Europea – cresce anche l’inquietudine tra i cittadini.
Secondo quanto riportato dal comunicato del collettivo Mamme da Nord a Sud, il nuovo impianto sorgerà in un’area delicatissima: la Valle del Sacco, già classificata come Sito di Interesse Nazionale (SIN) per l’elevata contaminazione ambientale. In una zona in cui le bonifiche tardano da anni, i cittadini temono che la presenza di un’industria di produzione di sostanze esplosive – classificata “a rischio di incidente rilevante” secondo la Direttiva Seveso III – possa peggiorare una situazione già critica.
La secretazione
Al centro della protesta, la richiesta – giudicata inaccettabile dai comitati – di oscurare alcune parti della documentazione tecnica presentata da KNDS. Una richiesta che, secondo i promotori della mobilitazione, comprometterebbe la possibilità di formulare osservazioni informate durante il processo autorizzativo.
“Come si può parlare di partecipazione pubblica se le informazioni fondamentali vengono nascoste?”, si legge nel comunicato, che richiama esplicitamente la Convenzione di Aarhus, la quale garantisce ai cittadini il diritto di accesso all’informazione ambientale e la partecipazione ai processi decisionali.
La richiesta alla Regione
La richiesta è chiara: “Nessuna secretazione. Ogni riga del progetto deve essere pubblica, consultabile, comprensibile da chi abita, lavora e vive il territorio”.
Ora la palla passa alla Regione Lazio, chiamata a decidere se assecondare la richiesta di oscuramento o se, invece, garantire piena trasparenza e tutela del diritto all’informazione ambientale.